La psicotraumatologia è una branca della psicologia dell’emergenza che indaga le situazioni traumatiche e le reazioni delle persone ad esse e si realizza a livello operativo nel trattamento del trauma psicologico e nella sua prevenzione.
Il trauma psicologico può essere definito come una lacerazione improvvisa, violenta ed imprevedibile dell’integrità psichica, capace di provocare un’alterazione permanente delle capacità di adattamento del soggetto. Un trauma può avere un forte impatto emotivo e può provocare disturbi psichici o somatici. La parola “trauma”, infatti, deriva dal greco e significa “ferita”. Il trauma psicologico, dunque, può essere definito come una “ferita dell’anima”, come qualcosa che rompe il consueto modo di vivere e vedere il mondo e che ha un impatto negativo sulla persona che lo vive (www.emdr.it).
Esistono diverse forme di esperienze potenzialmente traumatiche a cui può andare incontro una persona nel corso della vita. Esistono i “piccoli traumi” o “t”, ovvero quelle esperienze soggettivamente disturbanti che sono caratterizzate da una percezione di pericolo non particolarmente intensa. Accanto a questi traumi di piccola entità, si collocano i traumi “T”, ovvero tutti quegli eventi che portano alla morte o che minacciano l’integrità fisica propria o delle persone care. A questa categoria appartengono eventi di grande portata, come ad esempio disastri naturali, abusi, incidenti etc. (www.emdr.it).
La tecnica terapeutica EMDR (“Eye movement desensitization and reprocessing”, ovvero “Desensibilizzazione e Riprocessamento attraverso i Movimenti Oculari”) consiste nella desensibilizzazione e rielaborazione dei ricordi, attraverso i movimenti oculari. Risulta particolarmente adatta per alleviare la sofferenza emotiva legata alle esperienze traumatiche, riducendo la vividezza e la carica emotiva dei ricordi disturbanti.
La sua efficacia è scientificamente dimostrata in studi controllati, e documentata in centinaia di pubblicazioni; la tecnica risulta adatta per tutti i tipi di trauma, sia per il trattamento del Disturbo Post Traumatico da Stress (traumi cosiddetti con la “T” maiuscola), che per i traumi di minore entità. La terapia EMDR ha come base teorica il modello AIP (Adaptive Information Processing, Shapiro 1995) che affronta i ricordi non elaborati che possono dare origine a molte disfunzioni. Numerosi studi neurofisiologici hanno documentato i rapidi effetti post-trattamento EMDR. Nel 2013, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto l’EMDR come trattamento efficace per la cura del trauma, dello stress e dei disturbi ad esso correlati; negli ultimi anni è diventato il metodo psicoterapico d’elezione per il trattamento del Disturbo Post Traumatico da Stress.
L’EMDR è un metodo psicoterapico interattivo e standardizzato. Questa metodologia utilizza i movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternata destra/sinistra. Viene usato fondamentalmente per portare a una risoluzione adattiva i ricordi di esperienze traumatiche che stanno alla base di disturbi psicologici del paziente. È quindi utilizzabile per stati d’ansia, depressivi o impulsivi , così come per fobie, lutto acuto, sintomi somatici e dipendenze, che rappresentino l’esito di episodi traumatici, come violenza fisica o psicologica, incidenti, esposizione a calamità naturali, stress da guerra, ma anche piccole esperienze traumatiche che possono accadere nella vita quotidiana, più comuni ma emotivamente stressanti (“piccoli traumi” o “t”).
Dopo il lavoro con EMDR, i pazienti ricordano ancora l’evento o l’esperienza, ma li sentono parte del passato. La desensibilizzazione e il cambiamento di prospettiva dal punto di vista cognitivo, osservabili durante il trattamento EMDR, riflettono l’elaborazione del ricordo dell’esperienza traumatica, e si osserva quindi che il paziente, per la prima volta, sente il ricordo lontano, distante; è in grado di modificare le valutazioni su di sé e incorporare emozioni adeguate alla situazione, eliminando le sensazioni fisiche disturbanti (Associazione EMDR Italia).